Nel vostro tour alla scoperta della provincia di Pescara, fate uno stop a Vicoli, che si erge su un colle a strapiombo sulla vallata del fiume Nora.
Le rovine di un castello bastionato, databile al XV secolo e forse di proprietà degli Acquaviva, sembrano ancora dominarlo nella loro devastante fragilità. Un tempo era cinto di mura e protetto da porte di accesso. Oggi il vento la fa da padrone, fischiando fra le crepe delle pietre rimaste. Perché anche la storia e i suoi manufatti si sgretolano.
Visitate le varie chiese del circondario – che comprende un Vicoli antico e uno moderno – come San Rocco, una semplice cappella con icona votiva; la parrocchia dedicata sempre a San Rocco, che si trova nella piazza principale del centro nuovo, dove spicca con la sua cupola di ferro e di vetro; la chiesa della Madonna dei Cinghiali, in contrada Le Pietre, che fu costruita forse nel luogo in cui secondo la tradizione, la madre di Cristo salvò un pellegrino dall’attacco di un cinghiale.
Infine, un occhio anche alla chiesa vecchia di San Vincenzo Ferrer, completata nel XVIII secolo in pietra sbozzata, con navata unica e campanile a torre.
E ora dedicatevi alla natura del Parco attrezzato e della riserva naturale lungo il fiume Nora, meravigliosa area di dieci ettari ricca di salici, pioppi neri, aceri campestri, roverelle, robinie, noccioli, maggiociondoli, ginestre e ginepri.
Lo raggiungete con una bella camminata attraverso un’antica mulattiera che scende dal borgo antico verso il Nora passando per la contrada Le Penne.
Nel fiume vivono la trota, il barbo, il cavedano, mentre tra gli uccelli, potete avvistare l’allocco, il barbagianni, la poiana, il gheppio e il martin pescatore e, tra i mammiferi, se siete abili osservatori, non vi sfuggiranno la faina, la donnola, il tasso, la volpe, l’istrice e il cinghiale.
Nei pressi, potete ammirare la chiesa parrocchiale di Sant’Andrea, costruita nel ’600, e un antico mulino ad acqua. Per scegliere i vari sentieri e conoscere la posizione delle varie aree attrezzate di cui è il parco è dotato, rivolgetevi al Centro visite, con sede nel borgo antico.
A pranzo, nutritevi con la fantasiosa e gustosa gastronomia locale, come l’agnello “incaporchiato” (cucinato in più pentole, in modo che, non spargendo odori intorno, non creasse invidia nelle famiglie vicine, visto che un tempo la carne era una pietanza riservata alle occasioni speciali).
Il “cazzimperio” è un’altra specialità il cui nome deriva da “cacimperio”, una fonduta cucinata in forno o sulla brace, con caciocavallo, uova e latte, e versata caldissima su fette di pane tostato.