Scoprite con noi Villa Sant’Angelo e il suo territorio, situato in provincia dell’Aquila sulle due rive del fiume Aterno, a poca distanza dal punto in cui s’incontrano le catene montuose del Sirente e del Gran Sasso.
Come vedete, da una parte si apre una pianura verde, e dall’altra sui fianchi rocciosi s’innalzano querce e abeti, con un contrasto sorprendente di colori e di forme.
Per prendere conoscenza della zona, niente di meglio è inforcare la bici – se ne siete appassionati – e sperimentare la ciclopedonale realizzata a macchia di leopardo nella valle dell’Aterno dove un tempo esisteva la ferrovia L’Aquila– Capitignano, oggi smantellata.
Esplorate il centro, che si stende a filo di collina a 575 metri d’altezza, con la frazione di Tussillo, stagliata sul panorama del Gran Sasso, puntellato dai borghi di Picenze, Poggio Picenze, Barisciano, San Demetrio dei Vestini, Ripa, Fagnano Alto, Vallecupa.
Uno scenario che, di notte, con le luci fioche delle comunità in lontananza, sembra un presepio.
Si parla del borgo in una bolla papale del 1178, ma alcuni reperti scultorei di stampo longobardo-franche del IX-X secolo, individuati nelle mura della chiesa di San Michele e in alcune abitazioni, fanno supporre l’esistenza di un nucleo già in quei secoli; inoltre recenti scavi archeologici hanno rinvenuto corredi funerari e monete databili tra II secolo d. C. e la prima metà del IV.
La sua trama architettonica avvolge il vostro andare con palazzetti freschi di restauro, per lo più del Seicento e del Settecento mentre le chiese sono ancora in fase di restauro, a causa del sisma del 2009, che oltre all’Aquila, ha sconvolto tutta la provincia.
Ricordatevi di essere nella terra dello “zafferano dell’Aquila”, prodotto da 13 Comuni oltre Villa (Caporciano, Tione degli Abruzzi, Fontecchio, Molina Aterno, Fagnano Alto, Navelli, Poggio Picenze, Prata d’Ansidonia, San Demetrio nei Vestini, San Pio delle Camere, Barisciano e ovviamente il capoluogo della regione). Non perdete quindi l’occasione di acquistarne almeno un vasetto da un grammo: pensate che occorrono 200 mila fiori e 500 ore di lavoro per un solo chilo di zafferano in fili, quindi non lamentatevi per il prezzo, avete tra le mani il cosiddetto “oro rosso” d’Abruzzo.
A tavola, oltre ai piatti profumati di zafferano, trovate le “sagne”, diffuse in tutto il territorio: si tratta di un impasto a base di acqua e farina, da gustare con i fagioli, con il tradizionale castrato nostrano o con sugo di vitello e di maiale, senza dimenticare lo spezzatino di cinghiale.